mercoledì 28 marzo 2012

“Il corpo che abito”

Maria Amalia Cangiano
legno imbottito e tessuti, cm. 80 x 68

“Ho scelto  la sagoma del corpo perché rappresenta quello che siamo e attraverso il corpo ho voluto raccontare momenti dell’esistenza dei ragazzi autistici. Il loro è un mondo chiuso, una bolla che non permette agli altri di entrare; entra la paura, il senso di abbandono. Qui ho voluto evidenziare l’aiuto, la comprensione, il sostegno, in modo da creare un piccolo prezioso varco per mettere in comunicazione i due mondi”. 


"Ruota: Fiore della vita”



Stefania Scattina
Ruote, stoffa, carta e fili (installazione)

“Lo sbocciare di alcuni fiori come  la margherita, Il loto, il giglio o la rosa rappresenta una manifestazione del divenire. Lo sbocciare  è  un irradiamento intorno a un centro e quindi  Ruota :“ simbolo del centro”. La ruota che gira e gira, costantemente, ripetitivamente. 
Un movimento che non si ferma mai fino a che non dici il suo nome, forte e chiaro.
È un bambino che viene dalla luna, appartiene per natura a un'altra dimensione. Ma se lo chiami, se lo fai tuo, sboccerà un fiore di vita umana.”


lunedì 19 marzo 2012

“Diversi”


Giuseppe Denti 
1-2-3 opere della misura di cm. 60x80 incorniciate e un totem cm. 100h X 45
Ho seguito direttamente gli utenti dell’Associazione Insieme Intelligenti ,assistendo a una sessione dei tanti e diversi laboratori (ceramica/pittura) che vengono organizzati a scopo terapeutico. I tre partecipanti esprimevano le peculiarità del loro stato, che ho riscontrato in: loquacità, assenteismo e intolleranza.  Per rappresentare questi stati in uno o più lavori, ho pensato di ricorrere alla rappresentazione di quello che lo produce (il cervello) e ad alcuni loro atteggiamenti.”

“Prigioniero dei propri pensieri”


Diego De Crescenzo
Scultura in pietra arenaria  con supporto in ferro smaltato, cm. 45 x 45 x 140



Molto spesso si pensa alle persone con autismo  come ad individui chiusi in una gabbia, portatori essi stessi del loro isolamento. In realtà la gabbia molto spesso  la costruiscono gli altri con i loro pregiudizi con la loro non voglia di mettersi in relazione, di ascoltare, di capire la difficoltà di vivere con l'autismo
.  

“Odio l’indifferenza”


Francesco Zaccone
Fotografia in contenitore di legno, cm 60x90  
“Odio l'indifferenza: da questo messaggio di memoria gramsciana ho ritratto me stesso  con l'espressione indifferente verso tutto ciò che ci circonda e verso tutti i nostri simili. Perché l'indifferenza è il male oscuro che ci porta a non vedere, non discutere, non volere affrontare tutte le tematiche e tutte le situazioni. L'indifferenza è egoismo, individualismo, menefreghismo e quanto di negativo esiste tra gli esseri umani.”
Foto di  Andrea Zak. 

“Io non sono ciò che sai”


Patrizio Vellucci
Base 100/200 circa, altezza 40 circa
“L’opera indaga l’iter di conoscenza  quando incontriamo qualcosa o qualcuno di molto lontano dalle categorie che riconosciamo. Consiste in una figura, reale, a dimensione naturale, ma di soli vestiti. E’ vuota, a significare che in realtà non vediamo, non siamo veramente in contatto, perché non riusciamo a conoscere se non attraverso un’etichetta, un vestito messo addosso a ciò che abbiamo davanti senza veramente fare lo sforzo di andare oltre le nostre categorie, i nostri paradigmi. Per questo l’opera ha come titolo: “Io non sono ciò che sai”. E’ un invito a fare un passo in più, senza le nostre sicurezze, per scoprire e conoscere.”



Giovanna Tonazzo
2 pannelli da 100 cm x 40 cm
“Il mio lavoro parte dalla necessità di porre attenzione su chi abbiamo davanti,  eliminando i preconcetti, per comprendere chi è e cosa vuole dirci. In un pannello c'è una foto di un riflesso sul mare, che è un molo arrugginito, generante una linea a zig zag sulla quale appare la scritta 'essenzialmente' . Tutto risulta colorato e un po’ confuso: nel mare tutto un po' si perde, anche la capacità di intendere l'altro. Nel secondo pannello, su fondo bianco,  la stessa scritta 'essenzialmente' vuole rappresentare l'attenzione nella comunicazione, eliminando tutto quello che distrae e non permette la comprensione dell'Altro, lasciando solo ciò che è essenziale.”


Dusan Todorovic

“Tutte le forme biologiche hanno la stessa struttura energetica.  Si tratta di una forma frattale  che si ripete in ogni unità e che durante i miei studi ho ritrovato nell'orecchio, nel cervello e anche nell' embrione . Bateson con i suoi studi analizzava il modo di pensare della gente e affermava che spesso le persone  pensano meccanicamente e non usano il  cervello.  Comincia così i suoi studi  e quando un suo paziente a causa di un incidente si ritrova con i due emisferi del cervello separati scopre che questa persona sapeva distinguere le parole ma non riusciva ad associarle ad un significato. Per me questo è l'autismo".

“Basta guardare il cielo”


Lucrezia Ruggieri, 
Tecnica mista, cm 70x100 
“Al centro del quadro c'è un occhio (il nostro) e nell'occhio ci sono due persone che si danno la mano (l'accoglienza). Le due figure laterali sono persone autistiche che guardano, ma stanno al di fuori di tutta la scena che si svolge nella parte centrale. Un capo di un filo (la speranza) arriva alla bocca di uno e l'altro alla mente dell'altra persona. Le bolle di sapone sono fragili e delicate come lo siamo noi quando la vita ci sfida mettendoci di fronte a situazioni tanto più grandi di noi (i genitori e i familiari dei bambini autistici). Tutta la scena si svolge in cielo perché vedo i due mondi che si incontrano come fossero pianeti.



“Il tuo mondo nel mio abbraccio”


Carla Oliva
Installazione, 98x70 cm


Un mondo sensibile e fragile, che grazie al lavoro costante e coraggioso delle persone che lo circondano e’ aperto ad ogni esperienza della vita.

“Trovando il bandolo”


Mariagrazia Romanò
Installazione di carta e corda, 80 cm diametro


“Una matassa aggrovigliata, ingarbugliata, fino a quando non si trova il bandolo. In questo caso più bandoli corrispondono alle componenti di ogni natura umana, come tanti percorsi 
che faticosamente cercati ci portano all'interno della persona, che è difficile da percepire,
c he è difficile da contattare, ma c'è,  e non possiamo eluderne il confronto.”



Arianna Orozco


“Le prima serie di foto vuole essere una testimonianza dei valori che emergono dalla quotidianità nella quale vivono i ragazzi autistici all’interno delle loro famiglie:  sincerità e amore. La seconda serie vuole invece raccontare un esempio di come queste persone e chi le accompagna possa trovare nella pratica artistica arricchimento, piacere e soddisfazione.
Forse siamo noi a essere distanti da loro, e non il contrario. Io ho avuto la fortuna di conoscere chi c'è dietro una diagnosi e di andarne oltre.”

“Un mondo estremo”


Giuseppe Nicoletti
Installazione


“Nei miei disegni indago un “Mondo estremo”, posto ai limiti della realtà e racchiuso da una muraglia – simbolo di difesa, d’incomunicabilità – che contiene il mio agire. Al di là c’è Fabrizio. (adolescente autistico col quale ho avuto l’opportunità di lavorare). Si aggira, ne segue il perimetro, più volte circoscrive con linee colorate quei paesaggi in bianco e nero, restando però sempre ai margini. Non si permette di entrare in una realtà che non gli appartiene: preferisce incorniciarla. I colori, lo spessore e l’andamento del tratto testimoniano però una sua partecipazione all’immagine. Si adeguano, infatti, alla luminosità della composizione, alla stabilità o al movimento percepito, alla prospettiva presente, dimostrandosi così un attento osservatore del nostro “Mondo estremo”.



“Penso.....per immagini” (“Albero della comunicazione “)


Mirka Nani
Installazione 200 x 100 cm


“Le tavole di legno appese con raffigurazioni diverse nei colori e nelle forme, contrastanti tra di loro, rappresentano i molteplici percorsi del pensiero e i diversi linguaggi usati per esprimere se stessi e le proprie emozioni. Ognuna di queste espressioni ha lo stesso diritto e la stessa forza comunicativa. Quando incrociandosi le diverse modalità di espressione trovano un punto di contatto, risvegliano in noi una vibrazione arcaica di comune appartenenza umana . Da questa comprensione nasce un arricchimento di vedute da cui la vita trae bellezza e verità. “

“Mi fido di te”


Lidia Miotto
ordito e trama cotone  40 x 80 cm

“Immagino chi soffre di autismo come chiuso in un contenitore di cui non trova la chiave, un contenitore dove le immagini entrano ma non escono, non si trasformano in parole, emozioni. Forse ha solo bisogno che qualcuno dall’esterno lo aiuti a sollevare il pesante coperchio che lo imprigiona. Dopo, forse, potrà  fidarsi di me, di noi, imparerà pian piano a rapportarsi con il mondo e ci permetterà di entrare nel suo, per meglio conoscerlo, apprezzarlo, condividerlo.  Non credo che una persona autistica non voglia comunicare con me, con il mondo, ma che semplicemente non possa, non riesca a farlo come lo faccio io. Il suo modo di comunicare è diverso dal mio. Sta a me trovare quella chiave.” 




“Trittico Poetico”


Mario Gatto
Acrilico su tela e su carta. Pittura e materiali vari per installazioni, cm. 100X80 ogni tela 
“L’opera  scaturisce dalla enigmatica e "fulminante" poesia di Giorgio Caproni, sdoppiata (trascritta) su due pannelli, mentre sul terzo pannello (centrale del trittico) sono riportate le iniziali puntate del grande poeta livornese .La poesia è composta da due titoli e due versi: ERRATA - Non sai mai dove sei-CORRIGE -Non sei mai dove sai. Dal primo confronto sul tema dell’autismo, subito ho pensato a questa mostra”.

“Diritto di esistere”


Marina Fornaro 
Ordito in canapa; trama in canapa, carta, juta, lino e viscosa. cm 40x80
“Immaginare l'autismo? Non facile pensare alle difficoltà che una persona incontra quando vengono colpite la comunicazione, la socializzazione e il comportamento. E’ necessario superare il pregiudizio, rendere visibile l'handicap. Perché quello che alcuni considerano un "limite", non sia una limitazione nell'agire, nelle attività ricreative, nello sport, nel vivere nella nostra società. Perché la "diversità" possa essere considerata una risorsa: il vero handicap è nella nostra mente.”

“Non so, essenzialmente”


Nadia Magnabosco 
Materiali di recupero (sassi, uovo e cartone dipinto) 39x35x10 circa


“Ho lavorato con materiali di recupero a voler significare la fragilità di chi si trova inserito in una  "pelle" non comune e anche le difficoltà di chi (come le madri di ragazzi autistici) cerca di rendere non pericolosa questa differenza”.



“Lettere silenti”



Rosanna Veronesi
Pittura cm 40 x 50, disegni cm 15 x 15   e  cm 22 x 30 
“Attraverso la ricerca del mito e per tramite del disegno mi soffermavo sull’aspetto estetico e dopo un certo tempo mi rendevo conto di aver dato corpo a qualcosa che si estraniava sempre più dal soggetto stesso, delineando un senso mirabilmente  profondo e che riconduceva il mio gesto ad  un’immagine “muta” sospesa nello spazio o per meglio definire “silente”. In seguito sviluppavo un secondo disegno che meglio delineava quel mio pensiero riconducendolo più vicino e intimamente all’autismo, dove il collegamento tra le persone è negato o molto simile all’intimo rapporto che l’artista ha nel momento della creatività, così privato, così  proprio e totalmente isolato.”



“Pronto soccorso, comunicazione magnetica”



Carmen Carlotta, 
 metallo,calamita, carta, inchiostro 70X100

" Lavorando con i ragazzi autistici ho incontrato la tecnica della AAC ( Comunicazione Aumentativa Alternativa ) e ho avuto la conferma di come il lavoro con le immagini possa dare buoni risultati.
I  Kit, per la comunicazione aumentativa, contenengono carte divise per CATEGORIE ( persone, luoghi, oggetti, etc) Io, per il mio lavoro, ho scelto IMMAGINI per raccontare FIABE.
In aiuto, per chi non sa disegnare, ci sono librini "eterni" con alcuni simboli facilissimi da riprodurre , utili ad una narrazione nei momenti d'emergenza!
I protagonisti delle storie possono essere MONTAGNE, MARE, MUSICA,
PANCHINE, ANIMALI domestici e CAVALLI , PORTE APERTE e naturalmente...
POESIA!"





“Oltre la diversità’”


Giò Dal Piva 
Installazione/scultura in rete metallica, Juta, polistirolo, legno di tiglio e quercia, pigmenti.


“Davanti alle diversità creiamo delle barriere, come un cubo grigio, oltre il quale crediamo di non poter trovare un dialogo. E’ arrivato il momento di creare un varco tra questi muri grigi, vedere, scoprire con i nostri che occhi oltre c’ è il libro della vita che conserva il seme dell’amore.  Insieme si può percorrere il suo sentiero per superare gli ostacoli della diversità. “

“Espressione, sensibilità e fantasia”


Luisa Fontalba
Scultura in filo di rame, cm  80 x 45 x 39 


“Le pietre blu e viola sono il segno della sensibilità e della spiritualità della persona autistica.
Il movimento continuo dei fili di rame della scultura esprime la sua personalità e 
racconta il bisogno di riconoscersi  in un proprio ordine continuo, nel quale la persona  autistica si ritrova e sente le sua sicurezza. La forma è la sua fantasia.  La luce che proviene dall’interno è la sua vita, la sua anima. La scultura può avere un movimento ondulatorio nel  quale a volta si rifugia”.

“Il puzzle bianco”


Ornella Garbin
Collage fotografico stampato su tela 40x80 
 “Ho letto che persone autistiche sanno comporre i puzzle in breve tempo e lo fanno con i pezzi al contrario senza guardare la figura stampata e questo mi ha fatto pensare alle possibilità di connessioni che possono esistere senza guardare o preoccuparsi del disegno finale, come se il disegno che c'è sulla scatola (il pensiero) possa distrarre dalle connessioni”.


“L’albero dai frutti d’oro”


Carlo Malandra 
Installazione con materiali di riciclo


In natura non tutti i frutti sono uguali: alcuni sono più grossi, altri più succosi. Quando seminiamo non sappiamo con certezza cosa crescerà. Per questo ho immaginato un albero con tre frutti: uno è una specie di mezza pera color argento (la parte più materiale), un altro è un frutto metaforico che sta a simboleggiare la parte spirituale e un altro è un frutto d’oro che per la sua particolare forma è fatto per accogliere, ricevere.  



“Nasco in un momento”


Salvatore Sanna 
a sinistra: scultura in tufo su basalto; cm.30x15x50
a destra:  scultura in tufo su base in granito: cm.21x20x50




La scelta di queste opere si fonda sull’ esigenza di comprendere la diversità a partire dalla dialettica tra realtà e apparenza, identità e maschere.  Spesso è difficile capire come sono le persone a partire dalla semplice apparenza, e se questo è vero per quanto riguarda le relazioni in generale, è tanto più vero per il rapporto con le persone autistiche, con un mondo dentro sé che è a noi sconosciuto.



“Barriera”


Ida Rosa Scotti
Poliuretano espanso, malta acrilica, carta, pigmenti, acrilici, legno; h cm 145,  larghezza cm. 95, profondità cm 30 (considerando la base su cui è fissata)

“Ho rappresentato una colonna costituita da sei forme astratte, ognuna delle quali simboleggia una persona, impilate l’una sull’altra quasi a formare un muro.  La colonna è metafora di una società che marcia sorda, cieca e veloce per la propria strada, inseguendo i miti dell’efficienza, della competizione, del successo, del denaro. Non include chi non ce la fa per motivi diversi ad adattarsi ai ritmi e alle convenzioni,  non prevede spazio per le diversità, non dedica tempo e pazienza all’ascolto. Ai piedi  di questa colonna sta la settima forma, il cui colore chiaro  simboleggia il mondo “altro”, di chi lontano dalle nostre sovrastrutture, non potendo adeguarsi alle richieste della  “normalità” rimane spesso ai margini.
Sono tanti i preconcetti nei confronti di una realtà umana che non si conosce; il confronto genera fatica, prevalgono sentimenti di imbarazzo, paura, indifferenza o rifiuto.”